Lo sviluppo della produzione e del lavoro a Legnano si scontra oggi con alcuni problemi riguardo ai quali ci impegniamo a intervenire.
È in primo luogo necessario il completamento del cablaggio della città con la fibra ottica, per portare connessioni veloci a tutte le imprese ma anche alle migliaia di lavoratori che con la rivoluzione dello smart working si sono trovati a lavorare da casa. Non è più accettabile che alcune aree della città oggi siano “scollegate”. Per questo ci faremo promotori verso gli operatori nazionali perché completino la rete.
Vogliamo altresì sostenere iniziative – anche private – per la creazione di co-working, così da agevolare relazioni e legami sociali tra lavoratori e favorire la conciliazione dei tempi di lavoro e famiglia.
Un annoso tema, che andrà affrontato in sede di programmazione urbanistica, riguarda la convivenza tra piccole industrie e residenza. In molte aree della città essa è sempre più difficile – per il traffico merci, i disturbi acustici e altro. Sosterremo le imprese che vorranno rilocalizzare in zone industriali di Legnano le attività oggi insediate nella città consolidata.
Saremo accanto a quei lavoratori che soffrono per condizioni di lavoro intollerabili. Saremo inflessibili verso le realtà che non rispettano le regole – ne esistono anche a Legnano, anche oggi – mentre agevoleremo le imprese giovani che vorranno insediarsi nella nostra città per sfruttare la vicinanza a Milano e i costi di affitto inferiori. Saremo particolarmente attenti a valorizzare progetti di impresa sociale o di “B-Corporation” (Imprese Benefit) che sapranno coniugare la produzione e il lavoro con il benessere della collettività.
Se queste sono le sfide per il “lavoro del futuro”, la vocazione produttiva del territorio legnanese è tuttavia ancora molto spesso ricordata con il rimpianto per una sorta di età dell’oro perduta e difficilmente ripetibile. Il tessuto cittadino ha saputo reagire solo in parte alla crisi dell’industria pesante tradizionale – tessile e meccanica – che ha caratterizzato tutta la seconda metà del XX secolo. È questo che ci fa dire che, per certi versi, Legnano deve ancora entrare appieno nel nuovo millennio.
Se le attività produttive sono state progressivamente sostituite dal commercio e dai servizi, altre realtà industriali si sono rinnovate o sono nate anche negli ultimi decenni, talvolta affermandosi come eccellenze dei propri settori. A questo non è corrisposto un adeguamento nella formazione tecnica post diploma dei giovani, ancorata a schemi tradizionali. Per questo immaginiamo una stretta collaborazione con gli attori produttivi del territorio per la creazione di un centro formativo, un luogo di diffusione e trasferimento delle competenze al passo coi tempi. Sogniamo che questo faccia parte di un progetto ambizioso, in cui il partenariato tra soggetti privati ed ente comunale permetta la creazione di un polo multifunzionale che si occupi della produzione, della cultura, dell’economia e del tempo libero. E che tutto ciò avvenga proprio in una delle cattedrali della storia industriale di Legnano. È il progetto ManiFutura.