La situazione del termovalorizzatore ACCAM è quanto mai complicata. Nata nel 1970 come consorzio di cinque Comuni, tra cui Legnano, ACCAM è oggi una società per azioni con 27 soci. La quota di proprietà di Legnano è pari al 13,27%. Il terreno su cui sorge l’impianto è proprietà del Comune di Busto Arsizio, in frazione di Borsano.
L’impianto, però, ha attualmente perso la sua vocazione territoriale. La maggioranza dei soci – compresa Legnano – aveva deliberato nel 2016 la chiusura dell’inceneritore entro il 2021, ma la scadenza è stata poi prorogata al 2027, con l’intento di proseguire l’attività anche oltre. Per reggere economicamente, oggi ACCAM si dedica in gran parte allo smaltimento di rifiuti speciali ospedalieri, mentre lo smaltimento dei rifiuti dei Comuni soci copre meno di due terzi dell’attività totale.
Ciò ha causato la perdita della qualifica di società in house. In pratica, Legnano e gli altri soci non potranno più affidare ad ACCAM il trattamento dei propri rifiuti senza passare da un bando di gara. Alcuni soci non usufruiscono più dei servizi della società, poiché altre strutture si sono aggiudicate il servizio. È un vero paradosso, che contribuisce all’incertezza sul futuro dell’azienda.
È nostra intenzione giocare con coraggio il ruolo che compete a Legnano, che in qualità di 2° socio dell’Azienda deve contribuire a indirizzarne la strategia e tornare a dare un indirizzo forte alla gestione in un’ottica di sostenibilità economica e ambientale ed economica. La missione dell’azienda ACCAM deve riguardare il corretto smaltimento dei rifiuti di un territorio vasto, in un’ottica di governo sostenibile del ciclo dei rifiuti. Un’azienda che punta a riequilibrare i conti solo con logiche di mercato, che dà attenzione all’impatto ambientale solo per il minimo indispensabile prescritto dalle norme, che richiede una produzione di rifiuti indifferenziati stabile per mantenere i propri volumi di attività non è l’azienda in cui deve investire un Comune attento alla salute dei suoi concittadini.
Per questo lavoreremo perché ACCAM cambi chiaramente e concretamente strategia, per arrivare allo spegnimento dei forni prima del 2027 con piani di gestione alternativi e sostenibili per i rifiuti del territorio. Se ciò non avverrà Legnano dovrà anche valutare l’opzione di uscire dalla società e riservarsi il ruolo di monitorare e controllare le emissioni dell’impianto a tutela della salute dei propri cittadini con ogni mezzo.