La consistenza delle aree dismesse nel tessuto della città di Legnano ha proporzioni enormi. I soli comparti più significativi, quelli che il Piano di Governo del Territorio individua come “ambiti di trasformazione”, assommano a poco meno di un milione di metri quadri complessivi. Ad essi vanno aggiunti i cosiddetti “relitti urbani”, quelle operazioni di piccola o media dimensione lasciate incompiute o comunque in stato di abbandono.
Figlie della de-industrializzazione avviata negli anni ’70 del XX secolo e culminata nei primi anni 2000, la politica cittadina ha spesso visto queste aree come un problema urbanistico da risolvere. Vogliamo cambiare la prospettiva: esse sono prima di tutto un’opportunità di rigenerazione di luoghi, di servizi e di legami sociali. Nel pieno rispetto dell’interesse privato dei proprietari di questi comparti, essi sono da intendersi anche come beni comuni: ogni intervento prevede infatti la restituzione di spazi, locali, connessioni all’uso pubblico, e costituisce nel suo complesso un elemento del ridisegno della città.